L’Ictus è un deficit neurologico che insorge improvvisamente a seguito di un difetto della circolazione cerebrale. Quando per una qualsiasi ragione il flusso di sangue diretto ad un’area del cervello si riduce e si interrompe le cellule nervose non ricevono più ossigeno e vanno incontro a sofferenza, perdendo in parte o completamente le loro funzioni.
Si differenziano due tipi di ictus:
– ictus ischemico o infarto cerebrale, il tipo di ictus di gran lunga più frequente (circa 85% dei casi). Il mancato afflusso di sangue può essere causato da un restringimento progressivo o dalla chiusura improvvisa di un’arteria che porta il sangue al cervello. Se l’ostacolo alla circolazione cerebrale non viene rimosso entro pochi minuti le cellule nervose vanno incontro ad un danno definitivo.
– ictus emorragico è dovuto invece alla rottura di un’arteria cerebrale. Ciò si verifica in seguito all’aumento della pressione arteriosa, come nel caso dell’emorragia cerebrale, oppure per la presenza di una malformazione della parete (aneurisma).
I sintomi sono dovuti alla perdita transitoria o permanente di determinate funzioni cerebrali e dipendono dalla localizzazione del danneggiamento strutturale all’interno del sistema nervoso centrale.
L’Attacco Ischemico Transitorio (TIA) è caratterizzato da un ischemia transitoria i cui sintomi si risolvono in 24 ore, tuttavia possono essere importanti segni premonitori che se riconosciuti e trattati possono prevenire un ictus definitivo.
L’ictus cerebrale, rappresenta la terza causa di mortalità in Italia, dopo la cardiopatia ischemica ed i tumori. Nella maggioranza dei casi, inoltre, dà luogo a gravi infermità con bisogno di assistenza, da parte sia della famiglia che delle strutture di riabilitazione. La sua incidenza aumenta con l’età e sopratutto dopo i 50 anni, con oltre 130.000 nuovi casi all’anno in Italia.
La Riabilitazione per i pazienti colpiti da ictus si basa principalmente sul trattamento fisioterapico e logopedico ma da molti anni ormai l’affiancamento della musicoterapia alla riabilitazione tradizionale ha mostrato i suoi effetti benefici.
Nel 1973 viene sviluppato un trattamento basato sulla musica chiamato Melodic Intonation Therapy (MIT) per aiutare i sopravvissuti all’ictus o le persone che soffrono di afasia a poter comunicare di nuovo. L’afasia è un disturbo caratterizzato dalla perdita o alterazione della capacità di produrre e / o comprendere il linguaggio ed è la conseguenza di un danno alle aree cerebrali, nell’emisfero sinistro, che sovrintendono alla funzione linguistica.
Le principali afasie sono quella di Wernicke e di Broca:
L’afasia di Wernicke (o afasia recettiva) è un’afasia fluente in genere causata da una lesione corticale dell’area di Wernicke, della corteccia uditiva associativa e del lobulo parietale inferiore. L’afasia di Wernicke comporta problemi sia nella comprensione del linguaggio sia nella produzione.
L’afasia di Broca è un’afasia non fluente che comporta la perdita parziale del linguaggio parlato e scritto, a dispetto di una normale capacità di comprensione dello stesso, dovuta a una lesione dell’area di Broca.
La MIT è un trattamento che utilizza gli elementi musicali del parlato (melodia e ritmo) per migliorare il linguaggio espressivo sfruttando la funzione preservata del canto e coinvolgendo regioni del cervello nell’emisfero destro non danneggiato. L’emisfero destro infatti non è sprovvisto di capacità linguistiche: esso comprende le parole e frasi brevi e decifra il linguaggio scritto.
Le componenti fondamentali della MIT sono:
- L’intonazione di parole e frasi semplici utilizzando un profilo melodico che segue la prosodia del discorso;
- Il battito ritmico della mano sinistra che accompagna la produzione di ogni sillaba e serve come catalizzatore per la fluidità del parlato.
Lo scopo della terapia è quello di convertire il canto in discorso. Infatti è ben noto che anche se molti pazienti colpiti da afasia non sono in grado di parlare, “sono spesso in grado di cantare, a volte con la stessa fluidità e chiarezza che avevano prima dell’inizio della malattia”.
E importante che il trattamento musicoterapico avvenga nelle primissime fasi di riabilitazione come dimostrano alcuni studi tra cui quello del 2008 del ricercatore finlandese Teppo Särkämö.
Lo Studio:
Nella fase acuta di recupero, 60 pazienti con ictus dell’arteria cerebrale media (MCA) dell’emisfero sinistro o destro sono stati assegnati in modo casuale a un gruppo musicale, un gruppo linguistico o un gruppo di controllo. Durante i due mesi seguenti, i gruppi di musica e lingua hanno ascoltato quotidianamente musica o audiolibri auto-selezionati, rispettivamente, mentre il gruppo di controllo non ha ricevuto materiale di ascolto. Inoltre, tutti i pazienti hanno ricevuto cure mediche standard e riabilitazione. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a un’ampia valutazione neuropsicologica, che comprendeva una vasta gamma di test cognitivi, nonché questionari sull’umore e sulla qualità della vita, una settimana (basale), 3 mesi e 6 mesi dopo l’ictus. Cinquantaquattro pazienti hanno completato lo studio. I risultati hanno mostrato che il recupero nei domini della memoria verbale e l’attenzione focalizzata sono migliorate significativamente più nel gruppo sottoposto a trattamento musicale che nel gruppo sottoposto a trattamento linguistico e di controllo. Il gruppo sottoposto a trattamento musicale ha anche avuto un umore meno depresso e confuso rispetto al gruppo di controllo. Questi risultati dimostrano per la prima volta che l’ascolto della musica durante la prima fase post-ictus può migliorare il recupero cognitivo e prevenire l’umore negativo.
Secondo un recente studio condotto nei centri europei di riabilitazione dell’ictus (2005), i pazienti con ictus tipicamente trascorrono il 72% del loro tempo quotidiano in attività non terapeutiche, principalmente nelle loro stanze, inattive e senza alcuna interazione, quando invece dal punto di vista della plasticità neurale questa finestra temporale sia l’ideale per l’allenamento riabilitativo. Già soltanto l’ascolto quotidiano di musica durante il recupero precoce dell’ictus offre una preziosa aggiunta alle cure dei pazienti, soprattutto se in questa fase non sono ancora possibili altre forme attive di riabilitazione, fornendo un mezzo mirato, facile da condurre e poco costoso per facilitare il recupero cognitivo ed emotivo.
“A un afasico non si può mentire. Egli non riesce ad afferrare le tue parole, e quindi non può esserne ingannato; ma l’espressione che accompagna le parole, quell’espressività totale, spontanea, involontaria che non può mai essere simulata o contraffatta, come possono esserlo, fin troppo facilmente, le parole… tutto questo egli lo afferra con precisione infallibile.”
OLIVER SACKS
Il linguaggio parlato ha una sua musicalità, chiamata prosodia, con una altezza tonale complessiva, una particolare gamma tonale, il contorno melodico, variazioni di ritmo, tempo e tonalità. Le caratteristiche prosodiche del parlato di una persona riflettono lo stato emotivo e di conseguenza informano chi sta ascoltando di cosa prova e di qual è il suo stato d’animo.
Il programma originale della MIT è progettato per condurre i pazienti afasici non fluenti ad intonare (cantare) frasi semplici, 2–3 sillabe, attraverso 3 livelli di trattamento. Ogni livello è composto da 20 parole ad alta probabilità (ad esempio, ” Acqua “) o frasi sociali (ad esempio, ” Ti amo ” . ) Presentate con segnali visivi. Le frasi vengono intonate su sole due note, le “melodie” sono determinate dalla prosodia naturale delle frasi (ad esempio, le sillabe accentate sono cantate sulla più acuta delle due note, le sillabe non accentate sul tono più basso mentre la mano sinistra del paziente viene toccata ad ogni sillaba con frequenza 1sillaba al secondo. Anche se può sembrare che la differenza principale tra i livelli sia la lunghezza frase, le distinzioni più importanti sono la somministrazione del trattamento e del grado di supporto fornito dal terapista.
L’intonazione alla base del MIT era originariamente intesa a coinvolgere l’emisfero destro, dato il suo ruolo dominante nell’elaborazione di informazioni spettrali, caratteristiche globali della musica e prosodia. L’emisfero destro può essere più adatto per l’elaborazione di segnali a modulazione lenta, mentre l’emisfero sinistro può essere più sensibile ai segnali a modulazione rapida. Pertanto, è possibile che il ritmo più lento di articolazione e voce continua che aumenta la connessione tra sillabe e parole nel canto, possa ridurre la dipendenza dall’emisfero sinistro.